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  • Il datore di lavoro che invochi l’aliunde perceptum da detrarre dal risarcimento dovuto al lavoratore illegittimamente licenziato, deve allegare circostanze di fatto specifiche, rilevandosi inammissibili richieste probatorie generiche o con finalità meramente esplorative. Corte di Cassazione, sezione Lavoro, ord. N. 25355 del 9 ottobre 2019. Pres. Bronzini, Rel. Marchese. (pdf)

  • Il termine di due anni previsto dall’art. 29, co. 2. D.Lgs. 276/2003 non è applicabile all’azione promossa dagli enti previdenziali, soggetti alla sola prescrizione atteso che l’obbligazione contributiva, derivante dalla legge e che fa capo all’INPS, è distinta ed autonoma rispetto a quella contributiva ed ha natura indisponibile. Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sent. N. 22110 del 4 settembre 2018. Pres. Manna, Rel. Mancino. (pdf)

  • Nelle ipotesi di accertamento della illegittima cessione di azienda e di successiva messa a disposizione da parte del lavoratore, qualora l'azienda cedente rifiuti di ricevere la prestazione di lavoro offerta dal lavoratore sorge il diritto del lavoratore a percepire la retribuzione, non potendo l'azienda cedente portare in detrazione le retribuzioni che il lavoratore continui a percepire dall'azienda cessionaria. Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sent. n. 17785 del 3 luglio 2019. Pres. Napoletano, Rel. Patti. (pdf)

  • Nelle ipotesi di reintegra giudiziale del lavoratore illegittimamente licenziato, non sussiste alcuna necessità di una messa in mora da parte del medesimo nei confronti del proprio datore e pertanto non si può escludere dal passivo del datore fallito il credito del dipendente inerente alle retribuzioni maturate dalla data del licenziamento sino alla dichiarazione di insolvenza solo in ragione della omessa offerta della propria prestazione lavorativa in seguito al provvedimento di reintegra. Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sent. N. 15379 del 6 giugno 2019. Pres. Di Cerbo, Rel. Patti. (pdf)

  • Nelle ipotesi in cui venga accertata l’insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore, che comprende non soltanto i casi in cui il fatto non si sia verificato nella sua materialità, ma anche tutte le ipotesi in cui il fatto, materialmente accaduto, non abbia rilievo disciplinare, deve essere disposta la reintegra nel posto di lavoro anche nei confronti dei lavoratori nei confronti dei quali trova applicazione il Jobs Act (D.Lgs. 23/2015). Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sent. N. 12174 dell’8 maggio 2019. Pres. Bronzini, Rel. Marchese. (pdf)

  • Il termine decadenziale di cui all’art. 32 della Legge 183/2010 di impugnativa del trasferimento di azienda si applica solo alle ipotesi di trasferimento illegittimo mentre in presenza di un trasferimento d’azienda genuino, la cessione dei contratti di lavoro è automatica e la stessa non deve essere impugnata non potendosi, infatti, applicare la disciplina del doppio termine di decadenza. Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sent. N. 9750 dell’8 aprile 2019. Pres. Manna, Rel. Rosa. (pdf)

  • La sentenza penale di applicazione della pena ex art. 444 cod. proc. pen. costituisce un importante elemento probatorio per il giudice di merito, il quale, ove intenda disconoscere tale efficacia probatoria, ha il dovere di spiegare le ragioni per cui l'imputato avrebbe ammesso una sua insussistente responsabilità ed il giudice penale abbia prestato fede a tale ammissione. Il patteggiamento costituisce, infatti, un riconoscimento della responsabilità che deve essere adeguatamente valutato dal giudice investito del medesimo accertamento nel giudizio civile. Corte di Cassazione, sezione Lavoro, ord. n. 3643 del 7 febbraio 2019. Pres. Bronizini, Rel. De Gregorio

  • La Suprema Corte ribadisce il principio secondo cui al licenziamento orale inefficace non trova applicazione il termine di decadenza stabilito dall’art. 32 della legge 183/10 per la relativa impugnazione. La Suprema la Corte ha infatti affermato che la mancanza di forma scritta rende inapplicabile al licenziamento il termine di decadenza essendo l’azione soggetta esclusivamente a un termine di prescrizione. Corte di Cassazione, sez. Lavoro, ord. n. 523 dell’11 gennaio 2019. Pres. Bronzini, Rel. Ponterio. (pdf)

  • Illegittimo il licenziamento per g.m.o. se il datore di lavoro, il quale adduca a fondamento del recesso la soppressione del posto di lavoro cui era addetto il lavoratore licenziato, non prova che al momento del licenziamento non sussisteva alcuna posizione di lavoro analoga cui avrebbe potuto adibire il lavoratore e che, per un congruo periodo successivo al licenziamento, non ha effettuato nuove assunzioni in qualifiche analoghe a quelle del lavoratore licenziato. Corte di Cassazione, sez. Lavoro, ord. 138 del 7 gennaio 2019. Pres. Bronzini, Rel. Cinque (pdf) e, in termini analoghi, si veda anche Corte di Cassazione, sez. Lavoro sent. 31495 del 5 dicembre 2018. Pres. Nobile, Rel. Patti. (pdf)

  • L’elencazione delle ipotesi in cui ricorre una giusta causa o un giustificato motivo di licenziamento, secondo le previsioni del CCNL applicato, ha una valenza meramente esemplificativa ma mai vincolante per il Giudice il quale, infatti, nel valutare la legittimità del recesso datoriale deve tener conto delle circostanze che lo hanno determinato e valutare se la previsione del contratto collettivo sia conforme ai principi di ragionevolezza e proporzionalità e pertanto tale da legittimare il provvedimento espulsivo. Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sent. 30680 del 27 novembre 2018. Pres. Di Cerbo, Rel. Ponterio. (pdf)

  • Invalide le dimissioni rassegnate dal lavoratore in stato di incapacità naturale, non richiedendosi a tal fine la totale privazione delle facoltà intellettive e volitive, essendo invece sufficiente un turbamento psichico – determinato dall’ambiente lavorativo – tale da impedire la formazione di una volontà cosciente. Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sent. 30126 del 21 novembre 2018. Pres. Napoletano, Rel. Tria. (pdf)

  • I criteri di scelta del personale in esubero utilizzati nell’ambito di una procedura di licenziamento collettivo ai sensi della Legge 223/1191, devono essere applicati, per analogia, anche nei casi di licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo. Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sent. 27094 del 25 ottobre 2018. Pres. Di Cerbo, Rel. Patti. (pdf)

  • Illegittimo il licenziamento irrogato nei confronti di un lavoratore in ragione della sopravvenuta inidoneità fisica o psichica dello stesso, se l’azienda non dimostra di aver puntualmente adempiuto l’obbligo di repechage. Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sent. 26675 del 22 ottobre 2018. Pres. Di cerbo, Rel. Lorito. (pdf)

  • Illegittimo il licenziamento intimato per superamento del periodo di comporto ai sensi dell’art. 2110 c.c. qualora tra la maturazione del periodo di comporto e il licenziamento decorra un lasso temporale tale da far ritenere il licenziamento incompatibile con la volontà aziendale di risolvere il rapporto di lavoro. Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sent. 25535 del 12 ottobre 2018. Pres. Manna, Rel. Marotta. (pdf)

  • Illegittimo il licenziamento intimato in conseguenza di una condanna penale del dipendente, se la condanna si riferisce a fatti non incidenti sul rapporto di lavoro. Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sent. 21958 del 10 settembre 2018. Pres. Bronzini, Rel. Negri. (pdf)

  • Illegittimo il licenziamento disciplinare per assenza ingiustificata intimato in conseguenza dell’attività di un investigatore privato incaricato dall’azienda, la cui attività infatti non deve sconfinare nel controllo dell’adempimento o inadempimento dell’obbligazione contrattuale del lavoratore, essendo tale controllo riservato esclusivamente al datore di lavoro e ai suoi collaboratori. Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sent. 21621 del 4 settembre 2018. Pres. Bronzini, Rel. Bronzini della Torre. (pdf)

  • In caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo relativo alla riduzione di personale omogeneo e fungibile, nel rispetto dei criteri di correttezza e buona fede di cui agli artt. 1175 e 1375 c.c., la scelta del personale in esubero deve essere effettuata sulla base dei criteri di cui all’art. 5 della Legge 223/1991, non potendo essere utilizzati i criteri della posizione lavorativa da sopprimere e della impossibilità di repechage. Corte di Cassazione, sez. lavoro, sent. 21438 del 30 agosto 2018. Pres. Di Cerbo, Rel. Garri. (pdf)

  • Illegittimo il trasferimento del ramo di un’azienda da poco ristrutturata, non potendo riconoscersi per tale ramo d’azienda la natura di struttura dotata di apprezzabile autonomia organizzativa ed economica proprio in ragione del breve lasso temporale intercorso tra il processo di ristrutturazione e la cessione. Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sent. 21264 del 28 agosto 2018. Pres. Nobile, Rel. Cinque. (pdf)

  • Nullo il licenziamento causalmente collegato alle operazioni di scissione della società.  in quanto un simile provvedimento configura un atto realizzato in frode alla legge ai sensi dell'art. 1344 c.c. atteso che, mediante il licenziamento le parti, utilizzando uno strumento consentito dalla legge quale la scissione aziendale, di fatto raggiungono un risultato vietato dalla legge e cioè l'elusione della normativa in materia di licenziamento collettivo. Corte di Cassazione, sent. n. 19863 del 26 luglio 2018. Pres. Nobile, Rel. Patti (pdf)

  • Ai fini della verifica sulla sussistenza della "giusta causa di licenziamento", assume particolare rilievo la potenzialità, che ha il fatto addebitato al lavoratore, di porre in dubbio la futura correttezza dell'adempimento. Corte di Cassazione, ord. n. 18261 dell'11 luglio 2018. Pres. Bronzini, Rel. Cinque (pdf)

  • Illegittimo il licenziamento per "eccessiva morbilità" del lavoratore assente dal lavoro per troppi giorni ma non tali da determinare il superamento del periodo di comporto. Corte di Cassazione, sent. 15523 del 13 maggio 2018. Pres. Napoletano, Rel. Rienzo. (pdf)

  • In caso di licenziamento per superamento del periodo di comporto, qualora il datore di lavoro nella lettera di recesso abbia indicato i giorni di assenza, pur non essendovi obbligato, tali giorni non possono essere modificati successivamente. Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sent. 15095 dell'11 giugno 2018. Pres. Bronzini, Rel. Balestrieri. (pdf)

  • Illegittimo il licenziamento del lavoratore "fatto spiare" da un'agenzia investigativa in assenza di un atto illecito del lavoratore già compiuto o in corso. Corte di Cassazione, sent. n. 15094 dell'11 giugno 2018. Pres. Manna, Rel. Amendola (pdf)

  • Legittimo il licenziamento adottato a seguito di controlli a ritroso sul pc aziendale in dotazione del lavoratore che ne abbia abusato per finalità extra lavorative. Corte di Cassazione, sent. n. 13266 del 28 maggio 2018. Pres. Manna, Rel. Patti. (pdf)

  • Illegittimo il licenziamento adottato dal datore di lavoro che aveva contestato al dipendente la registrazione di colloqui con colleghi all’insaputa degli stessi. Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sentenza n. 11322 del 10 maggio 2018. Pres. Napoletano, Rel. Marotta. (pdf)
                                                                                                   
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